Novowood per Resto del Carlino 08.05.2020

Iperwoood, quando la ripartenza è una sfida - Ferrara

novowood resto del carlino

Novowood è in prima pagina su “Il Resto del Carlino – Ferrara” nell’edizione di venerdì 8 maggio 2020.

Il giornale ha intervistato il CEO di Novowood, Andrea Pizzardi, in merito alla ripresa dell’attività dopo il lockdown legato all’emergenza Covid-19.

Il Dott. Pizzardi ha spiegato al giornale le difficoltà legate alla pandemia e le misure che l’azienda ha preso e sta prendendo in materia di sicurezza.

La ripartenza è una sfida che Novowood affronta con energia e senso di responsabilità, guardando al futuro con fiducia.
 

"Iperwood, quando la ripartenza è una sfida"

L'ad Pizzardi: «Sono mancate le garanzie da parte dello Stato: La chiusura nel periodo di massiman produttività è costata 400mila euro»

«Sono mancate le garanzie, da parte dello Stato, per l'accesso al credito alle imprese». E lui d'impresa, ne parla con cognizione di causa. Andrea Pizzardi è l'amministratore delegato di
Iperwood. La sua azienda (che fa capo a Confindustria), si occupa di produzione di un legno
composito che consiste in una miscela di legno e additivi che permette di poter avere un nuovo prodotto simile al legno senza i difetti di quello 'naturale'.
L'elaborato è applicato in tutti gli ambienti esterni: rivestimenti di parete, camminamenti pubblici,
porti turistici e asili. L'azienda di Pizzardi, le chiusure imposte dal lockdown, le ha pagate a caro prezzo sebbene «grazie al codice ateco; ci hanno permesso di ripartire nell'ambito del penultimo Dpcm, perché siamo inseriti nelle attività che lavorano nell'ambito del legname». Malgrado questo, oltre 400mila euro sono andati in fumo. Peraltro, spiega l'imprenditore, «la chiusura a noi è costata particolarmente cara perché ha coinciso con i mesi di massima produttività». E ora, ripartire, è faticoso. «Per fortuna - riprende Pizzardi - avevamo molti ordini che per via della contingenza legata al Coronavirus erano stati sospesi ma che poi sono stati riconfermati. Dal 14 di aprile non si è mossa la parte commerciale ed è rimasto tutto estremamente fermo. Dal 4 di maggio, abbiamo sentito un ritorno alla quasi normalità anche da un punto di vista commerciale. Gli ordini arrivano molto lentamente, ma la parte di richieste e di offerte è quella normale che ci si attende per questo periodo».
Ovviamente «molti degli incassi si sono fermati – riprende. Tanti hanno rimandato il lavoro a settembre e per alcuni ordini rimasti poi a noi ci troviamo nel- la condizione di avere il prodotto finito senza poterlo consegnare». Problema questo che «si ripercuote anche sul mercato estero. In più, le consegne tramite corriere, sono drammatiche». Comunque, la perdita del fatturato, è stata generata anche «dalla disdetta di oltre il 30 per cento degli ordini fatti pre Covid-19». Ora però, è tempo di guardare al futuro con i piedi ben saldi nella consapevolezza che «anche le dinamiche di lavo ro, sono profondamente cambiate». Alla Iperwood, il proto collo di sicurezza è stringente
anche perché, illustra Pizzardi «già da prima della chiusura avevo imposto l'utilizzo di mascheri-
ne».
Adesso, per entrare in azienda, «agli addetti proviamo la febbre, l'entrata è scaglionata e suddivisa in due accessi. In più chiedo di compilare, all'ingresso, una sorta di autocertificazione nella quale domando ai dipendenti di dichiarare che nei giorni precedenti non abbiano avuto sintomi riconducibili al Covid».
Oltre alla pulizia regolare, in questi giorni è stata fatta una sanificazione, mentre i servizi igienici sono distanziati e gli operai lavorano su due turni (quattro addetti per ogni turno al massi-
mo). Il punto di orgoglio di Pizzardi, prima da uomo che da imprenditore è quello di aver «onorato tutti i debiti anche a frontedi mancati pagamenti». Chapeau."
RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Pubblicato il 08 maggio 2020